Dopo Jane Birkin ci lascia un’altra leggendaria icona dello stile alla francese: Françoise Hardy.
“Se non fosse per il modo in cui mi vesto, nessuno mi noterebbe”, disse a un giornalista nel 1963.
Fu una musa per artisti del calibro di Mick Jagger, per Bob Dylan,per il camaleontico David Bowie, ma anche per stilisti innovativi come Paco Rabanne.
Quando Vogue presentò per la prima volta l’idolo Yé-Yé (pop) ai suoi lettori nel 1963, fu un “fenomeno culturale” .
Lei era l’anti-Bardot: stile vagamente androgino, ma comunque di grande charme, eyeliner, niente fard o rossetto, niente sigarette, non amava gli abiti sexy, ma indossava capi di stilisti coraggiosi come André Courrèges, Emmanuelle Khanh, Yves Saint Lauren e Paco Rabanne , enfant terrible dellaoda francese, appunto, che per lei creò l’ abito più costoso, mai creato, fatto di placche d’oro e diamanti.
Chic, elegante, mai ostentata, ma estremamente avanguardista, il suo stile divenne quindi nell’ immaginario collettivo, quello che ancora oggi definisce uno stile alla francese: minigonne, abiti a trapezio, bohochic, pellicce maxi, t-shirt bianche, pantaloni bootcut, grandi occhiali da sole e berretti da ragazzo.
In scena il suo animo moderno di esprimeva in tute futuristiche e abiti metallizzati, molto meno introversi del suo carattere a contrasto con le scelte molto basic che la caratterizzavano nel quotidiano.








Adieu Françoise Hardy, resterai nel mio cuore!